2 giugno, 1946 - 2016
Settant’anni di democrazia ‘al femminile’
Il 2 giugno 1946 è una data importante per la nostra nazione: si tennero le prime elezioni libere dopo il ventennio di regime, per eleggere l’Assemblea Costituente che avrebbe redatto la nostra Costituzione (entrata in vigore il 1° gennaio 1948), e il referendum per la scelta tra Monarchia e Repubblica.
Ma fu anche la prima occasione di voto per le donne, chevedevano finalmente riconosciuto il proprio diritto di espressione e di scelta, dopo l’ulteriore, ennesima, dimostrazione di coraggio e di vera forza data, da sostenitrici e da protagoniste, durante la Resistenza.
Tina Anselmi, autorevole punto di riferimento della Resistenza e della Prima Repubblica, così scrisse di quei giorni:
“E le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli uomini, spazzando via le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto perché non eravamo sufficientemente emancipate. Non eravamo pronte. Il tempo delle donne è stato sempre un enigma per gli uomini. E tuttora vedo con dispiacere che per noi gli esami non sono ancora finiti. Come se essere maschio fosse un lasciapassare per la consapevolezza democratica!”
La scrittrice Maria Bellonci così invece ricordava quel giorno:
“Anche per me, come per tutti gli scrittori, e come per tutti quelli che sono avvezzi a mettere continuamente se stessi al paragone delle cose, gli avvenimenti più importanti di quest’anno 1946 sono fatti interiori; ma è un fatto interiore – e come – quello del 2 giugno quando di sera, in una cabina di legno povero e con in mano un lapis e due schede, mi trovai all’improvviso di fronte a me, cittadino. Confesso che mi mancò il cuore e mi venne l’impulso di fuggire. Non che non avessi un’idea sicura, anzi; ma mi parvero da rivedere tutte le ragioni che mi avevano portato a quest’idea, alla quale mi pareva quasi di non aver diritto perché non abbastanza ragionata, coscienziosa, pura. Mi parve di essere solo in quel momento immessa in una corrente limpida di verità; e il gesto che stavo per fare, e che avrebbe avuto una conseguenza diretta mi sgomentava. Fu un momento di smarrimento: lo risolsi accettandolo, riconoscendolo; e la mia idea ritornò mia, come rassicurandomi.”
Nel settantesimo anniversario di questo importante appuntamento con la Storia, la Scuola di Solero vuole ricordare alcune delle sue grandi donne, protagoniste di quei difficili giorni in cui si posero le basi della nostra democrazia.
La vita delle donne in tempo di guerra, di Marina Gallia (link a piè di pagina)
Una di queste illustri concittadine fu la signora Rosa Tartaglino, moglie del Capitano Bruno Pasino, Medaglia d’Oro al valor militare per le strategiche azioni antifasciste pianificate durante la Resistenza, fino al sacrificio della propria vita.
Rosa Tartaglino Pasino: un esempio di impegno civile, video testimonianza a cura degli alunni della Scuola Secondaria di I grado “Lucio Ferraris” di Solero.
Ma chi era il Capitano Pasino? Testimonianze dirette, memorie locali e ricerche d’archivio ci hanno permesso, negli anni, di ricostruire la figura storica di questo nostro concittadino.
Il Capitano Bruno Pasino (link all’ebook)